I

La Persona al Centro

La centralità, la Libertà, la Dignità e l’autonomia della vita umana e della persona, quest’ultima intesa come parte e nucleo fondamentale della Famiglia, della Comunità e della Nazione, inserita in un dualismo essenziale ed inscindibile che fa del bene dell’individuo il bene della comunità e del bene della comunità il bene dell’individuo, in una immanente dialettica tra il bene particolare e il bene comune fondata su una logica mutualistica, solidaristica e di Giustizia intesa come motivo morale e civile di equità.

Al centro del processo economico vi è l’essere umano, con i propri diritti innegabili, i propri doveri, i propri valori morali interiori, la propria identità, la propria dimensione spirituale, i propri sentimenti e ambizioni, i propri talenti, la propria creatività, le proprie capacità e determinazioni, la propria Libertà di azione e di espressione, nel più totale e intrinseco rispetto dell’altrui Libertà e dell’Ambiente naturale e dell’ecosistema nel quale egli vive e opera, soggetto e promotore di civiltà e di una umanità socialmente e democraticamente attiva, protagonista, consapevole, partecipe e padrona dei propri destini.

II

L’Economia Sociale

La concezione dell’Economia – a partire dalla sua più pura etimologia greca che la riconduce ad un insieme di norme e prassi per la gestione e l’amministrazione della “dimora comune” a beneficio di tutta la collettività – intesa come il complesso armonico delle attività umane e delle risorse organizzate e orientate al soddisfacimento di interessi superiori comunitari collettivi e nazionali e allo sviluppo economico, scientifico, tecnologico, morale e culturale delle Comunità; attraverso l’ideazione, la creazione, la ricerca, l’esplorazione, la scoperta, la produzione, la trasformazione, la valorizzazione, la diffusione, la distribuzione e lo scambio di idee, conoscenze, opere dell’arte e dell’ingegno, prodotti e manufatti, beni, soluzioni e servizi, al di fuori da qualsiasi logica speculativa, parassitaria, discriminatoria e di sfruttamento dell’individuo e delle organizzazioni sociali umane, siano esse nazioni, comunità, famiglie, aziende, associazioni, enti, gruppi. Un’Economia pertanto non fine a sé stessa, non lasciata libera di agire secondo natura, e non sottoposta a pressioni e sfruttamenti speculativi ad opera di interessi particolari ma strutturalmente e operativamente subordinata – al pari della tecnica – alla Giustizia e alla più nobile Politica derivante dall’applicazione concreta della democrazia organica e integrale.

L’Economia intesa dunque come espressione e luogo di attuazione del più alto senso civico, dovere di partecipazione alle sorti della Comunità e della Nazione e, insieme, superbo strumento di Collaborazione, Mutualità e Concordia tra individui e tra gruppi, rappresentando un punto di confluenza, di equilibrio e di giustizia degli interessi individuali rispetto all’interesse collettivo superiore. Il suo fine ultimo è l’indirizzo delle più nobili, intelligenti, creative, concrete e audaci opere dell’uomo e del suo Lavoro per il bene dei singoli e delle Comunità e per il prospero ed equilibrato sviluppo della Nazione; quest’ultima intesa come espressione materiale del fondamentale diritto di autodeterminazione dei popoli, entità organica e unità morale, etica, politica ed economica, costituita dalle Comunità di individui che si identificano e si riconoscono in una univoca comunione di valori, di princìpi, di cultura, di tradizioni, di costumi, di aspirazioni e di destini; avente fini, vita e mezzi di azione superiori per potenza e durata a quelli degli individui singoli o raggruppati che la compongono, in armonia di rapporti e mutui scambi con le altre nazioni, nel rispetto, nella tutela e nella valorizzazione delle identità e delle diversità, fuori da qualsiasi logica di prevaricazione, sfruttamento, discriminazione o subordinazione.

III

Il Lavoro

Il Lavoro – qualunque esso sia senza distinzione di ruoli, gerarchie e competenze – inteso come dovere sociale imprescindibile che, se svolto con impegno, dedizione, abnegazione, costanza e riflessione, diviene espressione e realizzazione suprema dei talenti, delle capacità, della creatività e dell’intelligenza umana.

Il Lavoro nobilita l’impegno e l’applicazione della persona e la arricchisce con la soddisfazione che in essa scaturisce per averlo svolto con cura e ad arte a beneficio della Comunità. Il Lavoro, libero dalle briglie che lo relegano al suo aspetto materialista, costituisce un unico e poderoso mezzo di affermazione sociale, di partecipazione collettiva e di potenziamento, perfezionamento e realizzazione degli individui, delle Comunità e della Nazione.

Da questa visione organica e totalizzante del Lavoro scaturisce la piena responsabilità di tutte le persone nel contesto civile, sociale, culturale, lavorativo e produttivo e conseguentemente un maggiore, cosciente e consapevole coinvolgimento e partecipazione nelle vicende legate alla gestione delle imprese e allo sviluppo morale ed economico, delle Comunità e della Nazione, cosicché in ognuno sia piena e completa la soddisfazione interiore al compimento dell’arte del proprio Lavoro e la coscienza di un diritto meritocratico ai risultati derivanti dalla produzione svolta, in un’ottica di mutuo risarcimento e ristorno dei risultati conseguiti.

IV

Il Merito

Il Merito, quale unico principio di valutazione dei risultati individuali del Lavoro, dello Studio e della partecipazione sociale, è posto alla base della costruzione gerarchica in qualsiasi ambito.

Il principio di Merito nell’attuazione, conduzione e sviluppo del Lavoro si estrinseca nell’impegno, nelle capacità cognitive, formative, mutualistiche, collaborative e nell’accettazione e condivisione delle responsabilità da parte del singolo.

Il Merito non inteso quindi in senso limitante o discriminante come sterile competizione o contrapposizione fra individui, né come carattere distintivo personale, bensì in senso etico, divulgativo e mutuale: le persone più capaci, dotate e determinate, che meglio conducono la propria vita, i propri studi e il proprio Lavoro e che da quest’ultimo hanno di conseguenza diritto di trarre maggiori benefici interiori e sostanziali, anche in termini di corrispettivo, devono adoperarsi affinché questa loro meritorietà non si riduca a elemento distintivo personale e penalizzante nei confronti degli altri individui, bensì valga d’esempio e costituisca aiuto, stimolo e incentivo di miglior attuazione, realizzazione, crescita ed elevazione per tutti.

V

La Concordia

La Concordia, la Mutualità, la Solidarietà e la Collaborazione tra gli individui e tra tutte le varie forze lavorative, produttive, intellettuali e direttive – all’interno sia della Comunità, sia delle imprese – quali basi per lo sviluppo e la prosperità delle imprese, delle Comunità e della Nazione.

Esse costituiscono i pilastri della civiltà e trovano fondamento nei nobili valori dell’altruismo, della solidarietà e del rispetto, nella conciliazione dei diversi e talvolta opposti interessi di individui o gruppi e la loro subordinazione agli interessi superiori delle Comunità e della Nazione.

VI

La Libera Iniziativa

La Libera Iniziativa d’Impresa intesa come lo strumento più utile ed efficace per il raggiungimento del benessere, per il soddisfacimento degli interessi e dei bisogni e per l’elevazione, il progresso e la prosperità delle Comunità e della Nazione. In essa è racchiuso il diritto inalienabile di ogni singolo individuo alla libertà di esprimere le proprie capacità, competenze e conoscenze e le proprie aspirazioni nei differenti settori della produzione e del Lavoro, qualsiasi essi siano, investendo la propria persona, i propri valori, le proprie determinazioni, il proprio tempo, e secondo occorrenza i propri beni, in un progetto fattivo e concreto, contribuendo così al progresso economico, intellettuale, scientifico, artistico, tecnologico, culturale e morale della Nazione.

VII

L’Impresa

L’Impresa intesa nella sua accezione più ampia e libera dalla disumanizzante ricerca del massimo profitto economico e da qualsivoglia impulso egoistico dettato dal tornaconto lucrativo personale o particolare, quale agile ed efficiente strumento per il raggiungimento di obiettivi e scopi di interesse collettivo e generale superiori, capace di comprendere, organizzare e indirizzare gli sforzi intellettuali, creativi, lavorativi, materiali ed economici, verso il raggiungimento di obiettivi produttivi e al soddisfacimento dei bisogni e delle necessità delle Comunità. Un’impresa pertanto non concepita come strumento per realizzare soltanto utili e profitti per i singoli, bensì come struttura avente consistenza umana e mossa non da soli motivi economici lucrativi, ma dall’ambizione di realizzare opere di alto valore sociale, tecnico, morale e materiale.

VIII

La Solidarietà

La Solidarietà animata dalla volontà di condivisione di un comune destino e dal ripudio di ogni forma di attività speculativa e usuraia, riconoscendo in esse il tragico potere di tradire e impoverire tutte le popolazioni e i territori. Non è riconosciuta la possibilità di creare beni e valori da altri beni e valori senza che questi ultimi siano attivamente impiegati o si costituiscano in reali attività di accrescimento produttivo o di accrescimento intellettuale, culturale e morale per le Comunità.

Le attività economiche e produttive devono rispondere fisiologicamente ai bisogni reali delle Comunità, sviluppandosi così in modo organico e armonico, senza ingenerare meccanismi speculativi fondati sul presupposto della crescita perenne, naturalmente irrealizzabile. Allo stesso modo è inammissibile la produzione di beni e servizi inutili o l’immissione nel mercato di beni illegalmente prodotti o replicati, inefficienti o di preordinata scarsa qualità, affidabilità e durata, al solo fine di provocare una domanda artificiale, reiterata e fittizia finalizzata ad alimentare una produzione non necessaria, che ha anch’essa come inevitabile effetto collaterale l’inutile depauperamento delle preziose e limitate risorse naturali del pianeta, che sono patrimonio collettivo costituito da beni non riproducibili.

IX

Il Denaro

La concezione del denaro quale unità di misura e strumento facilitatore degli scambi economici limitato e intermedio. Il denaro in sé non si compone di alcun valore, senza una controparte che lo accetti, e non assolve la propria funzione, se non circola regolarmente essendo per definizione e costituzione mero elemento di scambio per il pagamento dell’acquisizione di beni, servizi e prestazioni.

Il denaro trova pertanto la sua massima espressione operativa, reale e tangibile quando viene emesso pubblicamente, per essere speso, investito e reinvestito progressivamente in attività di produzione e di crescita culturale, morale e spirituale delle Comunità e della Nazione, costituendo strumento di attuazione di una vera Economia sociale, organica e armonica.

X

L’Equità

L’Equità intesa come riconoscimento di pari dignità, essenzialità, importanza e valore a tutte le realtà organizzative delle persone fisiche o giuridiche nella produzione e nel Lavoro, siano esse individuali, come le attività artigianali, le professioni, le imprese individuali, le associazioni partecipanti, le collaborazioni e il lavoro dipendente; o siano esse associate o collettive come le associazioni, le società e le cooperative, a prescindere dalle dimensioni e dai risultati economici conseguiti dalla produzione.

Ci impegniamo per infondere in ogni progetto i nostri Valori.

Il nostro Sistema è costituito da una Rete di iniziative interdipendenti, che si sostengono a vicenda e costituiscono la struttura portante per l’attuazione dei Valori dell’Economia Sociale.